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Una professione che viene da lontano: il Commercialista

Malgrado vi siano discordanze sulla identità dell’autore del Vangelo secondo Matteo, comunemente si ritiene che l’Apostolo Matteo fosse un esattore delle tasse dell’erario romano, e quindi tra le categorie meno amate dal popolo ebraico. Sentimento, quello nei confronti delle tasse, condiviso anche oggi da molti. Matteo è comunque considerato, oltre che della Guardia di Finanza, il patrono dei commercialisti, anche se il mestiere oggi si è molto evoluto. I commercialisti odierni, infatti, hanno competenza nelle materie commerciali, economiche, finanziarie, tributarie e di ragioneria. In particolare chi esercita la professione può operare nella amministrazione e liquidazione di aziende, di patrimoni e di singoli beni. Ai commercialisti sono affidate perizie e consulenze tecniche, ispezioni e revisioni amministrative e ogni altra indagine in merito alla attendibilità di bilanci, di conti, di scritture e di documenti contabili delle imprese ed enti pubblici e privati. I commercialisti inoltre esercitano le funzioni di sindaco e di revisore nelle società commerciali ed enti pubblici. Inoltre possono assumere la difesa del contribuente, in sede di processo tributario, innanzi alla commissione tributaria. Tra le molte attività che possono esercitare vi sono anche le consulenze fiscali e la redazione ed inoltro per via telematica dei relativi moduli e comunicazioni all’Agenzia delle Entrate.

Il dottore commercialista in Italia è una libera professione, che comporta l’iscrizione all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. I riconoscimenti universitari e di esercizio della professione risalgono alla fine del 1800, e l’attività è stata regolamentata negli anni da diversi interventi legislativi, sino all’istituzione nel 2008 dell’albo unico dei dottori commercialisti. Si contano oggi, secondo il Rapporto 2021 della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, più di 119.000 iscritti, cresciuti dai 107.00 del 2007. Il Rapporto 2021 segnala una ripresa delle iscrizioni all’Albo sia dei professionisti sia dei praticanti, così come degli Esperti contabili.  Le Società tra professionisti crescono con un più 17,9% sul 2019. A una crescita degli iscritti al Nord pari a più 0,9%, è però bilanciata da una crescita al Sud di appena lo 0,1%. La presenza di donne negli Ordini territoriali dei Commercialisti è poi piuttosto variabile e tende ad essere più elevata negli Ordini del Nord. In particolare, nel Nord-est raggiunge il 36,8% con una punta del 41,5% in Emilia-Romagna. Nel Sud la quota di donne scende al 30,2% con il valore più basso in Campania (26,3%). Analogamente, anche per i giovani, nel Nord, si registrano livelli più elevati (20,4%) rispetto al Sud (15,9%). Il reddito medio dei Commercialisti è aumentato dello 0,5% nel corso del 2020, risultando essere ancora uno dei più significativi tra le professioni liberali.

Il Congresso dei giovani Commercialisti. Se questi sono i dati certi oggi disponibili, è da notare però che al recente Congresso di Aprile dell’Unione giovani commercialisti di Palermo, è stato anticipato un saldo negativo degli iscritti nel 2022. Il commercialista continua ad essere una professione interessante sia dal punto di vista economico, che di varietà di campi di applicazione e di visibilità e prestigio sociale. Gli studi avviati tendono a tramandarsi tra le generazioni e più di un imprenditore e di un libero professionista vede nel commercialista il suo consulente di fiducia. Di certo non mancano ai commercialisti oggi le possibilità di evolvere da prassi tradizionali di gestore degli adempimenti obbligatori, verso forme più sofisticate di servizi al singolo imprenditore e alle imprese. C’è da considerare infatti che gli adempimenti obbligatori saranno sempre più automatizzati e già oggi la digitalizzazione ha velocizzato le attività, ha portato i 730 e dichiarazioni dei redditi precompilate e le procedure tradizionali automatizzate, con il rischio di ridurre il professionista al ruolo di intermediario dell’Agenzia delle Entrate. Senza contare poi che rimanendo ancorati ad attività prescritte e regolamentate, le innovazioni di Intelligenza Artificiale, presto saranno in grado di assistere velocemente nella ricostruzione della posizione del contribuente e del suo carico fiscale. Se dunque la maggior parte degli studi di commercialisti, oggi, trae ancora il proprio reddito dai servizi legati al fisco e agli adempimenti collegati, le occasioni per evolvere però non mancano. Le imprese ricercheranno sempre più consulenza strategica e di indirizzo delle proprie attività. Chiederanno valore aggiunto nella consulenza finanziaria, per reperire risorse economiche, per ristrutturare il passivo, per accedere ai finanziamenti d’azienda, per valutare fusioni, acquisizioni, partnership. Unitamente al riposizionamento sui contenuti professionali, va ripensata la comunicazione esterna, la riorganizzazione dei processi interni e l’apertura verso altre professionalità e realtà per arricchire e consolidare competenze trasversali o specialistiche ricercate dal mercato. Anche per i commercialisti, dunque, la sfida è quella di adeguare la professione al contesto che cambia, valutando aggregazioni e network e sapendo fare proprie attività che ad oggi per alcuni erano marginali, ma che saranno quelle che porteranno valore e distintività in un futuro che è oramai prossimo.

A cura di Prof. Umberto Frigelli

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