L’ultimo testamento che ha animato le cronache giornalistiche è stato certamente quello di Silvio Berlusconi, con le sue tre versioni, i lasciti all’ultima compagna, al fratello e all’amico di una vita. Per come era stato redatto, fece temere potesse essere impugnato, comportando lunghe cause legali sull’ingente patrimonio. A colorire di giallo la vicenda, poi, l’apparire successivo di un documento non olografo, firmato dallo stesso Silvio Berlusconi in Colombia e depositato a Napoli in ottobre.
La professione del notaio esiste anche per evitare questi rischi, cioè che avvenga una distorta interpretazione delle nostre ultime volontà. Il notaio è un pubblico ufficiale al quale lo Stato affida il potere di attribuire pubblica fede, cioè il valore di prova legale, agli atti che stipula.
Per questo il notaio deve accertare personalmente qual è la volontà delle persone che a lui si rivolgono e lo scopo da raggiungere, al fine di preparare un atto conforme alla legge, idoneo ed economico. Ma non solo di testamenti si occupa il notaio. Il notaio infatti è un pubblico ufficiale istituito per ricevere gli atti tra vivi, come vendite, permute, divisioni, mutui, oltre che di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarli e rilasciarne copie, certificati ed estratti. Poiché l’atto redatto dal notaio è un atto pubblico, il notaio è un pubblico ufficiale e la legge prescrive l’atto notarile per quegli atti e contratti dei quali vuol garantire al massimo grado la legalità e l’identità delle parti e la conformità alla loro volontà. I professionisti in Italia agiscono secondo il modello del Notariato italiano, di tipo latino (civil law notaries), presente in 91 Paesi del mondo e in 22 su 27 Paesi europei e che copre oltre il 60% della popolazione mondiale.
In tutti questi Paesi i notai sono giuristi di elevata formazione selezionati dallo Stato, per legge super partes e quindi in grado di offrire un’assistenza imparziale, di cui sono garanti e responsabili. Il fatto che le operazioni economicamente più importanti per i cittadini siano sottoposte al controllo di legalità preventivo di uno specialista, indipendente dalle parti, riduce in modo molto significativo il contenzioso successivo. I vantaggi del Notariato di tipo latino, internazionalmente riconosciuti, hanno condotto negli ultimi anni, ad una considerevole diffusione di questo modello nel mondo. Lo adottano Cina, Giappone, Indonesia e Vietnam, Russia e la quasi totalità dei Paesi dell’Est europeo. Il Notariato italiano è il più antico e tra i più autorevoli del mondo. Ben diverso è il ruolo del public notary di tipo anglosassone, come in Gran Bretagna o negli USA, il quale è responsabile solo dell’autenticità delle firme e il cui il processo di autenticazione, registrazione e validazione dei documenti legali e delle transazioni immobiliari può essere gestito in modi diversi. In questi paesi, la mancanza di un notaio può comportare variazioni significative nei procedimenti legali e negli obblighi contrattuali e spesso obbliga chi compra e vende una casa, a ricorrere alla consulenza di un avvocato per ciascuno e alle spese dell’assicurazione, con costi complessivamente molto più elevati di quelli che si sostengono in Italia, a parità di garanzie. Da novembre, per esempio, in Italia diventerà operativo il Registro volontario dei testamenti olografi, che permette di ricercare i testamenti olografi depositati presso i notai che aderiscono al servizio. Il servizio consentirà di migliorare la conoscenza di informazioni e documenti, oggi spesso difficilmente reperibili non solo da parte dei cittadini ma anche da parte dei magistrati, e aiuterà a garantire sicurezza nella conservazione di dati e informazioni. Da sempre la categoria dei notai è un gruppo ristretto di professionisti, notoriamente con redditi molto elevati, che può accedere alla professione solo dopo la laurea in giurisprudenza, la pratica in uno studio notarile per almeno un anno e mezzo e il superamento del concorso pubblico gestito dal Ministero della Giustizia.
Gli ultimi dati di fine 2022 parlano in Italia di 5.141 notai accreditati, di cui 3.179 uomini e 1.962 donne. Il numero dei notai è definito per legge, sulla base di specifici parametri, ancorati alla popolazione e all’estensione del territorio. Nell’ultimo 58^ Congresso Nazionale del Notariato, tenuto a Roma nell’ottobre di questo anno, si è però evidenziata la generale caduta di iscritti di età giovane alle casse professionali, con i relativi rischi di sostenibilità delle pensioni che questo comporta. Anche per i notai va evidenziato che nell’ultimo quinquennio, sino al 2022, i notai di nuova nomina sono stati 757, di cui 357 donne e 400 uomini, che, nel complesso, rappresentano il 15% della popolazione notarile attiva al 31 dicembre 2022. Un ultimo punto su cui soffermarsi è quello di uno sguardo sul futuro. Se la professione è fortemente normata e culturalmente si avvale di approcci tradizionali, è ragionevole pensare però che, alla luce delle nuove innovazioni tecnologhe e digitali, anche le attività dei notai potranno subire evoluzioni nel futuro. La Commissione Informatica del Consiglio Nazionale del Notariato sta già approfondendo il tema, rilevando come le nuove piattaforme tecnologiche adatte allo sviluppo di transazioni economiche basate su documenti digitali e trasmissioni telematiche e le tecnologie di autenticazione, quali i blockchain, potranno modificare attività e competenze dei notai. Come per gli avvocati, poi, la gestione documentale, il lavoro di approfondimento e ricerca delle fonti legali, la redazione di contratti di routine, sempre più potrà essere delegata a piattaforme digitali, che potrebbero inoltre rendere non solo più veloci, ma anche più sicuri e certi gli atti notarili.
A cura di Prof. Umberto Frigelli